Equilibri di Clown

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Soffro di vertigini (e di molte altre cose, per la verità).
Eppure sono quassù, in bilico. Le scarpe, ridicolmente oblunghe, cercano una presa stabile. Dove di stabile non vi è nulla. Qui sotto, neppure a chiamarlo ad alta voce, è fermo e attende: il mare del nulla. Cadendoci affoghi.
Non ci son santi.
Mi muovo lento e incerto, l’estremità del cavo si snoda al tetto opposto. Ma è una casa che non conosco, così sperduta nel buio della sera che ne scorgo appena i contorni. Vuoti e freddi (ci sarà calore?).
Apro le braccia, stendo gli arti e le mani come fossi un aliante (lo sapete voi quanti alianti precipitano al suolo ogni giorno?), è un cielo grigio e privo di spicchi di sole, questo. Però è il mio cielo e me lo tengo stretto stretto. Compio un primo passo, le mani oscillano (più che Clown sembro uno spaventapasseri, ora..) su e giù, su e giù.
Paura di cadere.
Il segreto sta nel non guardare sotto, me lo hanno detto in tanti (ma perchè sembra sempre più semplice quando te lo dicono loro?).
«Muovi le chiappe, pagliaccio! Se non risichi non rosichi!»
Mi dico in un eccesso di zelo (amo gli eccessi, se avessi il coraggio di seguirli sarebbe perfetto), e muovo il secondo passo.
La punta va di qua, il tacco scivola di là, il clown resta su. Ed eccola che arriva: la prima raffica di vento.
Adesso oscilla anche il corpo (che scossoni, che scossoni!), e il clown sta quasi per andare giù. Non ci sono teloni! Ho scordato di accertarmene! Terzo passo, il vento non si placa e mi fermo agitando le braccia. Troppi sbalzi, il freddo mi intorpidisce le gambe (mangeremo marmellata di pagliaccio a colazione?). Mi costringo a proseguire, tornare indietro ancora, per la centocinquattresima volta mi parrebbe un poco riduttivo. Altro passo.. ormai non li conto neppure più. Se le cose fossero più semplici, se la strada fosse più breve, se i percorsi fossero più sicuri, se i traguardi fossero garantiti.. che equilibrismo avremmo? E cammino sul filo del rasoio.
Chissà, forse un giorno giungerò anche io dall’altra parte. Un giorno…

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Autore: Keypaxx © Copyright 2008. Tutti i diritti riservati.

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144 risposte a “Equilibri di Clown

  1. Il fine pare una metafora…quasi un traguardo da inseguire,ma non per giungere dall’altra parte del filo,ma per realizzarsi in qualcosa…potrebbe essere.

    Felice giornata!Ormai il sole sembra un miraggio! ^___________________^
    Bacissimi!

  2. Gli equilibri si trovano dentro di noi e non su di un filo. Spesso ci sentiamo lassù, appesi, e abbiamo paura di cadere. Magari basterebbe scendere, semplicemente, e non contorcerci il filo attorno al capo.

    Buona giornata Alberto.
    ;-***

    P.S. grazie per questo racconto…

  3. Meraviglioso questo post. Come il tuo clown credo che in molti tentiamo ogni giorno di raggiungere “l’altra parte” ed è una fatica costosa e un cammino tanto lungo. Qualcuno ce la fa e qualcuno purtroppo cade, ma è nostro diritto e dovere tentare sempre!
    Complimenti ancora!

  4. Key ti lascio un bacio.. non ho neppure il tempo di leggere, la prossima settimana post esame mi rimetto in pari!
    Tutto bene, sperando che non mi scoppino i pochi neuroni rimasti integri..

    Un abbraccio
    Eli

  5. Certo che ce la farai, perchè dall’altra parte potrebbero esserci braccia e mani “accoglienti”:perchè rischiare di perdere L’INCONTRO?
    L’equilibrio è solo un fatto di..esercizio!( pensa che anche per ballare tango bisogna imparare a “stare sul proprio asse”.Non so se hai visto:”Lezioni di tango”della Potter)
    Besiti

  6. Paura di Cadere. Paura di Cambiare.
    Pura di Crescere. Sono temi che se vogliamo, possono raccontare le nostre fragilità. La paura di andare avanti, la paura di restare quelli che si è, e restare fermi, ma qualcosa ci impone di percorrere quella corda sul baratro.
    E’ più facile quardare giù: è più facile guardare il passato che pensare al futuro…cosa ci sarà nella casa a cui è appeso il filo? Chissà…Paura del nuovo: Si cresce!

    Un abbraccio a te Keypaxx.
    Kulkik- Cri

  7. #22
    elilaw

    Elisa cara, pensa alla tua laurea e a fare la tua, di sicuro, grande figura. Mi trovi sempre qui; stesso disco volante e stessa galassia, di fianco alla cometa alla tua destra.
    Un abbraccio forte!
    ^___^

  8. #23
    viejamilonguera

    Gli equilibri non sono facili da raggiungere. Ma una volta fatto, credo che anche un bel balletto sopra la corda sospesa a mezz’aria abbia un suo certo fascino.
    Bacio anche a te.
    🙂

  9. #24
    utente anonimo-Kulkik- Cri

    E’ proprio la paura, tradotta nei resti di un’ingombrante passato, a minare la nostra camminata. Eppure, la prima cosa che insegnano nella concentrazione, è proprio di liberarsi dai pensieri ed affrontare il momento. L’oggi ed il domani.
    I fantasmi di ieri non sono graditi.
    Un abbraccio.
    🙂

  10. Gioco con le mie dita in aria, i piedi appoggiati su un filo colorato lanciato sopra l’anonimato di questa città che accoglie affetti e dolore, il silenzio rumoroso dei ricordi accompagna lo scorrere dei giorni, il fluire delle nostre storie, tessute con i fili aggrovigliati che non concedono ragione. Ayd

  11. Tu non ci crederai ma oggi è di nuovo grigio e sembra stia per piovere…ma che è?
    E pensare che ieri era uscito il sole…
    Vabbè,che vogliamo farci?

    Un abbraccio e felice giornata! ^_____^

  12. camminare sopra una fune.. che paura. Però lo facciamo quasi tutti i giorni è verissimo. Tra impegni della vita e sentimenti dobbiamo stare molto attente a non cadere di sotto..
    Ciao Annabella

  13. ma sono io quel pagliaccio?
    “organicamente” soffro di vertigini a causa di una labirintite virale cronica (vivo gratis su una giostra 24 ore al giorno quando sono in piena crisi)…
    NELLA VITA? costantemente in bilico su un filo invisibile…cerco di andare avanti, passo dopo passo, incurante del vento…ma è raggiungibile l’altra parte o è solo un sogno?

  14. Si, più o meno volevo analizzare, le paure, in fondo è anche il mio lavoro. Si insegna ad esorcizzarle, meditando si insegna a svuotare la mente… sono due metodi che sembrano all’opposto ma che hanno bisogno della nostra elaborazione entrambi, partendo dall’esorcizzare le fragilità che a volte abbiamo rimosso, poi nel caso della meditazione si svuota la mente, nel caso psicoterapeutico si elabora il trauma, la paura, come hai detto tu viene dal passato, comunque l’intento è niente fantasmi! Camminare tra tempeste e bufere su a corda tesa dove da una parte c’è la follia e dall’altra la ratio…
    ma si procede comunque.

    Saresti un ottimo psichiatra…Mark,
    e Prot sarebbe felice di portart su K-Pax se tu non fossi già un keypaxiano…
    Bacio accademico Alberto
    Cri (kulkik)

  15. #43
    annabellaparma

    Qualche volta le cadute non si possono evitare. Ma la vita, senza problemi, altro non sarebbe che un guscio piatto e desolatamente monotono. Armiamoci di un sax per suonare il nostro Jazz.
    🙂

  16. #46
    luce1705

    Dentro ognuno di noi c’è un pagliaccio. Nascosto sotto le sopracciglia, muto dentro l’ugola, seduto sulle nostre mani nervose..
    basta soltanto prestargli ascolto ogni tanto, e salire sulla corda con un pizzico di coraggio e fiducia.
    🙂

  17. #47
    utente anonimo-Cri (kulkik)

    “In certe religioni o filosofie orientali come il buddismo la meditazione (vipassana, zazen, samatha) è l’atto di osservare (anche attraverso un’azione di riflessione introspettiva) la mente, alla ricerca di un possibile stato di nirvana.”
    Ecco quindi che il tentativo di svuotare ed esorcizzare sono fondamenti comune nello studio della mente e persino nella religione.
    Non so se sarei un ottimo psichiatra, ma per il momento mi accontento di spostarmi tra la Terra e K-Pax. E viceversa.
    Bacio accademico a te.
    🙂

  18. se le cose fossero più semplici, se tutto fosse più sicuro… se i traguardi fossero garantiti… bè non sarei la persona che sono oggi, più sicura di me e determinata nelle mie scelte… la strada è ancora lunga ed ogni giorno faccio un passetto in più su quella corda… e col cavolo che casco… oscillo sicuramente, ma non casco!

    un dolcissimo sorriso e bon fine settimana!

    Annalisa

  19. “Vivere da morire” è un concetto molto bello. Scappare non serve, assolutamente no. Porterebbe solo a non affrontare i problemi, ma magari se ne presenterebbero altri. Credo che la vita sia poi un mondo tutto tondo…

    Ti abbraccio.
    ;-***

  20. ehi Mr Key, non faccia ballare troppo il filo, con i suoi equilibrismi muove tutto il tessuto e io stavo quasi per cadere dal mio filo…uff…che fatica! 😉
    Buon fine settimana…sul filo ;)*

  21. #68
    Dreamt

    Scappare per chi, per cosa, dove?
    Alla fine siamo sempre sopra questa palla di fango e non potremmo fare altro che rotolare verso nuove pozzanghere.
    Il mondo è grigio il mondo è blu.
    😉
    Abbraccione tigrotta.
    ;***

  22. Allora mi spieghi mr, se lei svolazza perchè ha paura di cadere?
    A quel punto basta fare qualche svolazzo in più con lievi tocchi piumati e giungerà dall’altra parte in un fiat…e noi qui a risicare e rosicare ;))

  23. alla fine quando troviamo il coraggio di spingersi oltre ciò che conosciamo, ci rendiamo contro con incantato stupore, che quel mistero era da tempo svelato nel profondo del nostro cuore…

    Ps. spesso quel spingersi oltre genera un senso di vertigini… che ti fa sentire vivo!

  24. Un attimo key!!! Se soffri di equilibrio non devi andare sulla corda!! E’ tutto così semplice…Avrai mica un capocirco schiavista???
    Riguardo i tuoi commenti ti ho risposto da me. Buon fine settimana, L.

  25. Mi appassionano i tuoi pensieri che leggo (e rileggo!) con molto interesse! diventano meditazione e riflessione per il mio percorso. Raggiungere e mantenere il proprio equilibrio interiore certamente non è facile…ed è solo liberandosi delle paure che si riesce anche a poter danzare sulla fune e raggiungere l’altra parte! Come diceva Confucio…La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta. Di cadute ne ho prese tante anch’io, ma mi sono sempre rialzata e ripreso l’equilibrio ho proseguito in avanti senza mai voltarmi, consapevole dei miei passi e del vento che spesso non si placa, come giustamente scrivi, anzi può rafforzarsi mettendoci sempre più in ulteriore difficoltà.
    “Tutte le cose sono belle e lo diventano ancora di più quando non abbiamo paura di conoscerle e provarle. L’esperienza è la vita con le ali” fa rflettere Gibran!!
    mi complimento e ti abbraccio…
    giuli
    p.s. quindi aikidoka anche tu?! come mai hai sospeso?! io pratico taiji ma ho grande passione per l’aikido e lo studio del ki. a presto! beso.

  26. #79
    Aicha77

    Sono proprio le vertigini a farti capire che sei vivo, perchè metti in gioco te stesso; il battito del cuore, il sudore della pelle, quei segnali lampanti di vita che ti attraversano con la vertigine..
    🙂

  27. #85
    giuli1

    Confucio diceva cose che mi sento di condividere. Il problema non è la caduta, ma la forza d’animo costante per rimettersi in piedi quando questa avviene. Ed è il rischio verso l’ignoto ad essere il vero sale della nostra esistenza, indubbio.
    Aikidoka per cinque anni, poi a causa di numerosi cambi di sensei, ho un po’ lasciato. Ma resta sempre nel cuore.
    Baci a te.
    🙂

  28. #98
    monicamarghetti

    o___O
    Non ne so nulla.. forse mi hanno passato dall’altra parte della dogana spaziale.
    Chiamo Ciubecca che mi dia uno strappo sul Millenium Falcon!
    ;-P
    Baciodellabuonanotte a te, Monichella.
    ^______^

  29. in alto su quel filo non c’e’ spazio per la paura paralizzante ma solo per quella che genera adrenalina e che spinge ad arrivare dall’altra parte. Passo da te in una giornata un po’ grigia e questo post mi dice davvero molto.
    Dario

  30. #108
    laltroio

    Allora spero che la giornata sia per te grigia solo meteorologicamente parlando. E che comunque il sole possa tornare a splendere presto.
    Un benvenuto su queste colonne.
    🙂

  31. Key, mi permetto di riproporti queste parole perchè calzano alla perfezione! Questo Clown mi piace proprio tanto, mi piace il suo immaginare la mèta nel buio, descrivere con la forza dell’incertezza ogni punto fermo, mi piace la sua passione per l’eccesso che lo trascina sempre a smentire le regole dell’equilibrio..

    “Il mio futuro è nel presente
    ed ogni giorno allegramente
    io cammino sul confine immaginario
    dell’orizzonte mentre voi,
    signori spettatori, mi guardate dalla strada,
    cuori appesi ad un sospiro
    per paura che io cada
    ma il mio equilibrio è in cielo
    come i sogni dei poeti,
    mai potrei viver come voi
    che avete sempre la certezza della terra sotto i piedi.”

    Del resto chi ha la certezza della terra sotto i piedi? Solo chi è arrivato.. solo chi si illude di essere arrivato.. Non si arriva mai, si procede a tentoni, a tentativi, barcollando.. Solo i bambini e i Clown hanno capito tutto!

    Baci Key,
    Eli

  32. #139
    elilaw

    Occorre mantenere dentro di sè quella sottile curiosità, quel continuo desiderio di esplorare l’ignoto, di crescere e confrontarsi con cose nuove che solo chi ha l’anima di un bimbo, o la mantiene tale, riesce a manifestare, Elisa.
    Il tuo intervento, ed il generoso apprezzamento verso i miei scritti, sono sempre frutto di profonda attenzione e spirito di osservazione e sensibilità.
    Un abbraccio forte a te!
    ^______^

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