Si sarebbe potuto pensare che anche gli altri indiani della riserva cui apparteneva “Cuore Puro” si dedicassero alla coltivazione della terra. In fondo, a differenza di altre riserve situate all’interno di alcune città canadesi, perlopiù tra Ontario e Columbia Britannica, quella dei Chiantaka si trovava ai confini di una vasta area verde nella zona dei Grandi Laghi. Ma non era esattamente così; oltre metà dei nativi della riserva aveva abbracciato a piene mani i comfort ereditati dalla civiltà europea, un’altra parte preferiva perdere il proprio tempo in scorribande cittadine e soltanto un esiguo numero di loro affiancava “Cuore Puro” nelle sue scelte. Ancora meno erano coloro che lo facevano con uguale entusiasmo. Lakota era perfettamente a conoscenza della questione, e la considerava un fatto non completamente positivo con i tempi in arrivo. Sperava in un’unione maggiore tra i componenti dei Chiantaka. Fosse solo per i numerosi sforzi che aveva compiuto in quella direzione il suo stesso padre. Per quanto alcuni di loro apprezzassero le iniziative del tenente Samuel Willow, in molti lo consideravano un intruso. I Chiantaka non vedevano di buon occhio le intromissioni da parte dei militari, nonostante ne potessero riconoscere le buone intenzioni. Per una sorta di diffidenza ereditata dagli avi, i nativi americani preferivano da sempre risolvere internamente dissidi e incomprensioni con gli altri popoli.
“Perchè mai fidarsi dei visi pallidi che ci hanno rinchiuso dentro le nostre stesse terre?” pensavano (e non a torto, doveva riconoscere Lakota riflettendo a mente fredda).
Tuttavia, il tenente Willow si era prodigato per diversi anni della sua carriera nel tentativo di cambiare le cose. Arrivando persino a sposare una pellerossa e trasmettendo, parte delle proprie paure, alla stessa figlia. Tanto da farle riprendere i contatti paterni con la tribù, cercando di instaurare lo stesso rapporto particolare diviso tra il genitore e Sakima, l’uomo della medicina. Le era occorso un anno e mezzo prima di riuscirci. Oggi però, Lakota poteva considerarsi più vicina a lui di quanto qualsiasi altro uomo o donna, non appartenenti ai Chiantaka, potesse dirsi. Spingendo ormai al passo il suo Cutting Canadese, dal carattere docile e fedele, la giovane “giubba rossa” si apprestava a raggiungere la bassa abitazione di legno dell’indiano. A pochi metri, costrinse il cavallo a un largo giro sulla destra. Dietro la stessa, a poca distanza, Sakima aveva infatti piantato il suo tepee; la tenda indiana in cui trascorreva molto più tempo che non dentro la casa di legno.
Si sentiva contrariata; rispettava gli usi e i costumi dei pellerossa. E difficile poteva essere altrimenti considerando la propria natura meticcia e gli insegnamenti ricevuti dalla madre.
Per le visioni non era però ancora pronta. Si apprestava ad affrontare il rischio comunque. Ignorando di come il fato stava tirando i fili della sua vita.
Autore testi: Keypaxx © Copyright 2006-2012. Tutti i diritti riservati.
Immagini dal web © Copyright aventi diritto: “tepee” sconosciuto.
Le Prime Nazioni o First Nations (in inglese) o Premières nations in francese, sono i popoli indigeni o autoctoni dell’odierno Canada che non sono né Inuit né Métis (Meticci). Numericamente le Prime Nazioni sono concentrate nell’Ontario e nella Columbia Britannica ma sono presenti in tutte le province e territori.
(Wikipedia)
la vita dei meticci è sempre più difficile perchè spesso non vengono integrati da nessuna delle due razze…..molto bello, aspetto il seguito, buon sabato!
@in fondo al cuore
Si, mi piaceva affrontare questo argomento. Anche perchè rappresenta una novità tra i temi che ho sviluppato nella mia scrittura. Sebbene, la psiche umana e gli ostacoli che essa si ritrova davanti, siano da sempre al centro dei miei interessi.
Un sorriso a te per la serata.
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Il termine Prime Nazioni è stato coniato negli anni ottanta del Novecento per sostituire l’ormai arcaico termine di “bande indiane”; alcuni di essi sono ancora ufficialmente riconosciuti dal governo canadese come “indiani”, ai quali sono assicurati i diritti espressi dalla contestata legge detta Indian Act o Loi sur les Indiens.
(Wikipedia)
Tu invece, come al solito, non hai fatto solo una svolta ma un giro intero intorno al tepee! Un modo per inchiodare il lettore al racconto e tu lo sai fare bene. Attendo curiosa (moooooolto curiosa!) il seguito.
@Rosy
È che mi piace prendermela comoda, quando guido.

Pensa; se trovi che faccio un largo giro qui… mi domando cosa dirai in occasione del prossimo post che sto preparando. Conto di spiazzarti.
🙂
In Canada l’uso del termine “Nativi Americani” è usato soprattutto per definire gli Indiani Americani che vivono negli Stati Uniti.
(Wikipedia)
Un nuovo mondo che mi intriga. Buon fine settimana ^_^
@margherita
Verissimo. Un mondo pieno di suggestione, storia e costume. Che però è un nuovo mondo, da queste mie parti. E mi ci tuffo in apnea.
Un sorriso per il tuo fine settimana.
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Nel loro insieme, le Prime Nazioni, gli Inuit e i Métis vengono chiamati aborigeni canadesi, prime popolazioni o popolazioni indigene.
(Wikipedia)
Ciao Key, curi i Tuoi racconti in ogni particolare, facendoci apprezzare ancor di
più la storia.
Ti seguo ancora e ancora
Buona domenica
Gina
@sonoqui
È necessaria una particolare cura, quando si affrontano argomenti come questi. Proprio per renderli il più possibile realistici. Perchè, in fin dei conti, nessuna storia fantastica è veramente fantastica… ma è soltanto una vecchia storia raccontata in modo diverso.
Un sorriso a te per la serata.
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eccomi qui a sbavare per il seguito…
buona domenica Key
@frantzisca
Ahahah… ma no, ma no… nessuna “sbavatura”; vedrai che ci sarà motivo più avanti di procurarsene una davvero ampia.
😆
Un sorriso per una lieta domenica notte a te.
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“Prime nazioni” è un termine ancora legalmente indefinito, introdotto nell’uso comune all’inizio degli anni ’80, probabilmente da Elder Sol Sanderson, per sostituire il termine Tribù Indiana.
(Wikipedia)
In attesa del seguito….
@Elena
Ok, mi metto in attesa anche io.
😎
A presto!!!
@Elena
Mi trovi sempre qui.
😎
Per ora ti lascio un saluto su questo post, con l’intenzione di andare a leggere la prima parte di Lakota.
Non sto trascorrendo un periodo buono…anzi pessimo. Oltre al lutto che ancora mi lacera, non sto per nulla in forma…anzi male. Passerà…come ogni cosa passa.
Buona serata
@49mimosa
Per quanto crudo possa sembrare, è vero; il tempo è la medicina migliore per certi mali. Lo ho personalmente sperimentato verso il lutto.
Ma la vita è così; ci sbatte sopra un treno in corsa, senza troppi complimenti, certi tratti sono pieni di binari dissestati.
Poi però arrivano anche i paesaggi visti dal finestrino.
E certe albe che mozzano il fiato.
Un sorriso ben augurante a te.
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In Canada si identifica il termine tribù come: “gruppo di indiani il cui uso e i benefici della terra sono stati sottratti dalla monarchia canadese”, o i cui scopi e diritti rientrano nell’Indian Act.
(Wikipedia)
Resto sempre sopraffatta quando, soprattutto attraverso i documentari, vedo di come si sia nella maggior parte dei casi, degradato questo popolo. Molti di loro si sono lasciati le tradizioni, la peculiarità della loro origine e la loro fierezza alle spalle… costretti nei ghetti e spesso ai lavori più umili. Depauperati delle loro terre, si sono convinti che il modo di vivere dei “bianchi” fosse quello giusto.
Ben vengano allora i personaggi come il tuo, a ricordare di quanto ancora possano insegnarci sulla terra, sulla natura e sulle forze misteriose che la governano.
Attendo con ansia quello che accadrà nei prossimi episodi.
Buon inizio settimana anche a te!
Joh
@ste
La rappresentazione di questa tribù nel racconto, in questa seconda parte, era necessaria per inquadrare, bene, il tempo che stiamo vivendo; le verdi praterie e la caccia all’aria aperta non esistono più. Han la fortuna di venire tramandate dalla storia e da qualche sporadico gruppo di pellerossa. La realtà attuale, nuda e cruda, è altra cosa.
Un sorriso per una serena giornata a te.
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Attualmente in Canada vi sono più di 600 Prime nazioni o tribù, di cui circa la metà situate nelle provincie dell’Ontario e della Columbia Britannica.
(Wikipedia)
Complimenti per l’umanità – tua dote naturale – con cui stai affrontando anche questo aspetto dela vita.
Abbraccio
grazia
@graziagardenia
Ti ringrazio per i tuoi graditi complimenti. Spero di poter rispettare i gusti del lettore e di riuscire a offrire, anche in questa nuova occasione, un racconto interessante e degno di attenzione.
Un sorriso per una felice giornata a te.
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MI FAI SEMPRE SENTIRE EMOZIONATA QUI….E TI RINGRAZIO…SEI BRAVISSIMO…E NON FACCIO I COMPLIMENTI ,TI ASSICURO…SERENO INIZIO X TE
@mairitombako
Grazie, spero potrai trovare motivo di gradimento anche nella continuazione della lettura e di questo nuovo racconto.
Un sorriso per una serena giornata.
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L’uso del termine “Prime nazioni” ha sollevato diverse polemiche, sia tra coloro che si definiscono come il popolo indigeno canadese, sia tra i cosiddetti bianchi; di fatto secondo le leggi internazionali, questa terminologia non ha alcun valore giuridico per definire un “popolo indigeno” o una “nazione” di fatto.
(Wikipedia)
Anche se sono in pausa non posso mancare, il tuo nuovo racconto è molto interessante!
Tratta un argomento intrigante.
Buon inizio settimana !
@12franca
Felice che tu possa trovare l’argomento di tuo interesse.
E spero che la tua pausa possa essere comunque rigenerante.
Un sorriso per una gradevole serata a te.
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Ho vissuto sulle loro terre, in Wyoming… e molte lune sono da allora trascorse. Ero giovane e pure io mi ricordavo dei pellerossa dei film, da adolescente sognatrice, me ne ero innamorata…
Ciò che però ho trovato nel middle west è tutt’altro che “un sogno”… e non di meno nell’Arizzona, Nuovo Messico o Montana…
E’ stupenda la tua idea di prendere proprio loro come soggetto, avviluppando la trama di emozioni forti e tristi nel contempo. Bravo, anzi, bravissimo! Non posso che augurarti di riuscire ad emergere, anche se in fondo al cuore (per quanto mi concerne) poter scrivere ed avere anche solo degli “affezionati” ma sinceri lettori, vale oro! Come già dicevi prima delle vacanze, è bellissimo se qualcuno ci aiuta con il passaparola… ed io, per te, lo faccio molto volentieri!
Un abbraccio in serenità :-)claudine
@Giovannoni Claudine
Ne sono perfettamente consapevole che, lettori affezionati e sinceri, valgano oro. Ho infatti scritto questo post; Vacanze e… ringraziamenti proprio dedicato, in buona parte, a loro. Perchè senza quei lettori (in cui sei dentro anche tu) non avrebbe nemmeno senso che io continuassi.
La trama del presente racconto è stata pensata per discostarmi da tematiche già affrontate e per presentarne di nuove; mi fa molto piacere che sia di tuo gradimento.
Un sorriso per una felice serata a te.
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Sia il governo canadese, sia molte popolazioni indigene fanno uso del termine di Prime nazioni in segno di rispetto verso queste popolazioni, identificando se stessi come Prime nazioni, non pretendendo di essere considerati come una sorta di stato-nazione, mentre vengono considerati separatisti, coloro i quali non usano questa terminologia, o insistono con il termine “popolo indigeno”.
(Wikipedia)
in fondo tutti noi ignoriamo come il fato tiri i fili della nostra vita: perciò questa sospensione del racconto lascia particolarmente in attesa. E’ come aspettare di conscere una delle evoluzioni possibili del destino…
baci
@theallamente
Le evoluzioni ci saranno. Procederanno di pari passo con la storia, di cui “Lakota” è interprete principale.
Un sorriso a te per la serata.
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In Canada inoltre vi sono altri popoli che usano il termine Prime nazioni per definire qualsiasi gruppo etnico nomadico e tribale privando di autodeterminazione ogni riconoscimento politico di colonizzazione.
(Wikipedia)
E’ un racconto veramente interessante e suggestivo come lo era quel popolo.
Alla prossima, caro Key
@49mimosa
Grazie. Felice che sia di tuo gradimento.
Un sorriso per la serata.
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…molto interessante, devo leggere ancora la prima parte. Un argomento diverso e credo ci sia voluto un grande lavoro di documentazione. Bravo!
@nunziadaquale
La documentazione è un aspetto che non manca mai nella mia scrittura. Ne è base, fondamento e ispirazione. Anche quando rimane sullo sfondo. Certamente in alcune occasioni è più faticosa e laboriosa che in altre. Ma, grazie alle infinite possibilità che ci offre la rete, il mio lavoro è di sicuro facilitato.
Un sorriso a te per la serata.
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Le riserve indiane e i loro diritti e doveri sono definiti per la legge canadese nel Treaty Seven, ed anche come terre delle Prime nazioni.
(Wikipedia)
Personaggi che devono convivere tra tradizione e modernità.
Ciò che stai raccontando mi ha riportato alla mente un detto di un capo indiano
” Sono nato un migliaio di anni fa, nella cultura degli archi e delle frecce…la gente amava le cose della natura e le parlava come se avesse un’anima.(Dan George) ”
Nei tuoi personaggi questo equilibrio tra tradizione e presente, penso sarà il filo conduttore del tuo nuovo racconto.
@daoist
Verissimo. I nativi americani considerano che ogni cosa, oggetto, e naturalmente essere vivente, possegga una sua anima. Questo perchè era infinito il rispetto di quel popolo verso ogni confronto con la natura.
Situazione ormai andata perduta, ai giorni nostri. Sopravvive forse in individualità occasionali, più che collettive. Ma è lo scotto da pagare con il progresso occidentale; il veleno grigio e asmatico che soffoca lo sviluppo interiore dell’essere umano.
Tradizione e presente saranno spesso in conflitto, nel mio racconto.
Perennemente in lotta per sovrastarsi l’un l’altra.
Un caro saluto a te.
Adoro la civiltà dei nativi americani e questa ambientazione non può che rendere il tuo racconto ancora più bello e avvincente! Un abbraccio♥
@Donatella
Ti ringrazio per l’apprezzamento verso la mia scelta. Credo che il racconto proseguirà presto verso sviluppi inattesi. Ma che sapranno rispettare comunque le scelte iniziali, riuscendo persino ad esaltarle.
Un sorriso a te per la serata.
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Alcune riserve sono localizzate all’interno di città, come la Opawikoscikan Reserve situata nella città di Prince Albert nello stato del Saskatchewan.
(Wikipedia)
non vedo l’ora di leggere la prossima puntata!!
quanto mi intriga ..
ciaoooo!! *___*
@magda
Felice sia così. Prossima puntata che arriverà prestissimo; questione ormai di ore.
Un sorriso per la giornata.
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Racconto avvincente e poi adoro il mondo dei nativi americani…
Sempre bravo perchè riesci a dar vita alle parole..
Un abbraccio e buona serata
@Teresa
Grazie per il tuo apprezzamento al mio scrivere e alla tematica scelta per la storia attuale.
Cerco di fare il meglio che mi riesce.
Un sorriso per la giornata.
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Bisogna tenere conto che vi sono in Canada più riserve che Prime nazioni, così come il trattato considera Prime nazioni un insieme di riserve.
(Wikipedia)
Ciao. Tutti in attesa del seguito, mi pare di capire, e anch’io come gli altri.
Il mondo dei pellerossa… inaspettato. Può dare un risvolto “magico” in qualsiasi senso lo si voglia intendere. Bella lettura.
Ti lascio un sorriso ^_^
Milena
@pensierididonna
Come ho scritto, si tratta ormai di ore, per il seguito del racconto.
Il mondo dei nativi americani, in questo caso il popolo delle “Prime Nazioni”, è ricco di suggestione e fascino.
Un sorriso a te per la giornata.
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Altre terminologie comprendono lo Status indian e il Non-Status Indian ; il secondo definisce un membro della Prime nazioni che non possiede i vantaggi e i benefici dello “Status indian”.
(Wikipedia)
Sakima mi rende curiosa,aspettando il seguito ti lascio un sorriso Key, sempre e comunque avvincenti i tuoi racconti 🙂
@lunacrescente
È personaggio che assumerà un ruolo importante, nel tessuto della trama. Sono quindi felice che sia di tuo gradimento e spero saprà tenerti ancorata alla storia.
Un sorriso a te per la giornata.
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Il significato della parola “indiano” nel linguaggio comune canadese è imprevedibile e mutevole, vista a volte addirittura come offensiva, mentre altri la preferiscono al termine “aborigeno” o “popolo aborigeno”.
(Wikipedia)
Buon fine settimana. Speriamo che le cose si sistemino… per tutti! :o)
Joh
@ste
Rinnovato e solare fine settimana per te. Tra alti e bassi si va avanti, coraggio.
Un sorriso ben augurante.
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Buongiorno Key, ti auguro un fine settimana sereno e bello
A presto
Gina
@sonoqui
Che sia anche per te un felice e gradevole fine settimana.
Il tiepido sole che ci accompagna, sono certo, aiuterà molto.
Un sorriso.
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Grazie…a presto…
lella
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@lellamonella
A te l’augurio per un solare fine settimana con sorriso.
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———————————– NEWS: Keypaxx alla radio ———————————–
Non perderti martedì 25 settembre, alle ore 22:30, la trasmissione “Dimensione Autore”, sulle frequenze (101.250 – 103.150 a Torino) di RADIO ITALIA UNO.
È possibile ascoltare anche in streaming, a questo link.
Sarò ospite di Laura Scaramozzino e Giorgio Milanese per una puntata di due ore del loro seguitissimo programma.
Si parlerà di libri, si parlerà di cose serie e di cose divertenti, si ascolterà dell’ottima musica.
Ti aspetto!
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Un racconto suggestivo di un popolo e del suo vissuto. Sempre emozionante leggere e toccare con mano le emozioni che sai trasmettere. Complimenti compagno di compleanno.
@Stefy71
Grazie, compagna di compleanno. Si, parliamo di un popolo che ha secoli di tradizione alle sue spalle. Una storia ricca e piena di fascino.
Un sorriso per la serata.
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molto bello e interessante!!! vado a leggere subito il seguito;))
p.s. il mio amico è di Santa Ana, California
@giuli1
Uhmmm… lo stesso luogo di nascita di Michelle Pfeiffer; la Catwoman del grandioso Tim Burton!
Un sorriso a te per la serata.
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Questa tua storia sta diventando interessante..quindi continuo a leggere con interesse e curiosità *_*
@Saray
Buon proseguimento di lettura, dunque.
🙂
E anche qui, con molta maestria, hai allungato il discorso parlando delle difficoltà di integrazione dei meticci e di come molti pellerossa non avevano continuato a mantenere le loro tradizioni ma si erano lasciati assorbire dai cosiddetti “agi” dell’uomo bianco… Bene, si continua con la lettura… ora sono proprio curiosa 🙂
@Patrizia M.
Si, è un problema talvolta passato in secondo piano. Ma di una attualità disarmante e molto preoccupante. Rappresenta uno dei punti fermi di questa serie.
🙂