L’impresario non mi ha offerto denari per questo spettacolo, ma soltanto un biglietto di andata e ritorno. Ho portato animali di pezza e palloncini colorati, un copione scritto con penna di struzzo senza nascondere la testa dentro un buco nella terra. Ho portato tanta buona volontà e l’illusione di una pace lontana.
«Perchè?»
È la regina delle domande; non ha fanti, non ha cavalli e non ha re alcuno. Un punto interrogativo espresso con voce tenera; voce di bimbo. Un punto di domanda che mi spiazza e mi strapazza. Me, che ho soltanto delle virgole da offrire.
«Dovete immaginare. Immaginare. Immaginare. Un mondo diverso. Se chiudete gli occhi con me, se pensate agli alberi, se vedete il sorriso di vostra madre, se stringete la mano sicura di vostro padre, se sentite il calore dei raggi del sole… allora, ecco, questi rumori saranno fuochi di artificio. Ci saranno stelle filanti, ci saranno baracchini e ambulanti, ci saranno giostre e fiori freschi alle finestre. Chiudete gli occhi, respirate piano insieme a me. Ci saranno giorni migliori. Ci saranno.»
Li tengo per mano, formiamo un circolo di sagome di carta mentre la melodia dei cannoni avanza nell’aria infischiandosene delle sette note. I fuochi non sono falò improvvisati sulla spiaggia, sono schegge di follia che impazzano dalla notte dei tempi per ancora tempo a venire.
«Perchè?»
È la regina delle domande; non ha fanti, non ha cavalli e non ha re alcuno. Un punto interrogativo espresso con voce tenera; voce di bimbo. Un punto di domanda che mi spiazza e mi strapazza. Me, che ho soltanto delle virgole da offrire.
Autore testi: Keypaxx © Copyright 2006-2013. Tutti i diritti riservati.
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