
Si stava avvicinando il natale a grandi passi, anche quell’anno. Da quando era rimasta sola, avvertiva un sapore diverso nella festività più importante dei credenti. Non che prima lo sentisse particolarmente vicino, in fondo non era lei la più cattolica della famiglia, ma la madre Dafnia. La madre che aveva il compito di tenere accesa la fiamma del focolare domestico, in assenza del padre e del fratello. Il primo sempre occupato da turni di lavoro massacranti, il secondo perso nel fiume cieco e paludoso della tossicodipendenza. Eppure, nonostante le preoccupazioni quotidiane, Dafnia cercava di mantenere vivo il senso della religiosità cattolico romana (in sparuta minoranza con i cristiani ortodossi greci). Ed era molto legata a Padre Samuele. Seguiva con continuità e passione le funzioni domenicali, portandosi al seguito la piccola Federica.
In inverno, il premio della bambina consisteva in una calda cioccolata con panna, subito dopo la messa. E nelle stagioni più calde la cioccolata lasciava posto all’acqua e menta.
Antichi particolari, piacevoli ricordi che le alleggerivano il cuore; sono le cose più piccole a formare i minuscoli pezzi del mosaico che formano le persone. Per natale si fermavano entrambe da Padre Samuele, aiutandolo a preparare la cena per i più sfortunati ed i meno abbienti.
Dopotutto, il loro focolare domestico era vuoto.
Fede credeva. A modo suo.
Era convinta che ci fosse qualcuno, o qualcosa, più in alto degli uomini.
Ma, che fosse il Dio dei cristiani, era un’ipotesi come le altre. Nemmeno la più accreditata. Però credeva; di sicuro negli uomini, nella loro capacità e volontà di superare le avversità. E lei stessa ne era un esempio lampante.
«Federica….»
Chiamò la voce alle sue spalle, interrompendo le sue distratte meditazioni sul passato. Gli occhi intenti ad osservare un punto indefinito oltre i vetri lavorati della canonica che davano sulla via principale di Volo. Era trascorsa un’ora abbondante da quando il prete si era appartato con l’uomo condotto sin lì da lei stessa.
«Padre… è riuscito davvero a comprendere la sua lingua?»
Chiese la giovane greca. L’espressione del religioso sembrava un miscuglio di sorpresa e scoperta.
«Si… le poche frasi che ha pronunciato appena entrato mi ricordavano qualcosa… e non avevo torto, pare.»
«Speravo potesse capirlo… ricordo che mia madre la reputava un esperto linguista, anche per questo ho pensato di condurlo qui….»
«Vero… Dafnia, una credente straordinaria… » Mormorò quasi tra sè, interrompendo però subito il filo dei ricordi come disturbato dal presente «Ma non conosco solo le lingue contemporanee.. in verità ho studiato molto le lingue antiche, le lingue sacre… Vedi, Federica, l’uomo che hai condotto qui, parla l’aramaico: la lingua di Nostro Signore Gesù Cristo!»
Calò di colpo un silenzio improvviso che parve durare in eterno.
Il natale si avvicinava a grandi passi, quell’anno……..

Autore: Keypaxx © Copyright 2008. Tutti i diritti riservati.
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