Sono pronto a scommetterci: se non ti avessi mostrato subito la fotografia che apre questo mio nuovo post, al nome di Wes Studi, con ogni probabilità, il tuo smarrimento sarebbe stato totale. Forse anche così, con una chiara fotografia davanti, ti chiedi: “io credo di averlo visto da qualche parte… ma chi è?”
E ti comprendo benissimo. Quando abbiamo a che fare con attori, relegati in ruoli secondari, la nostra memoria ci fa difetto. Nonostante questo, se frughi, per qualche istante, tra i ricordi delle pellicole viste in tv o al cinema, sia in anni lontani che molto recenti, il suo volto lo troverai. È quello che tenta di uccidere Kevin Costner, in Balla coi lupi. L’Urone disposto a tutto, persino a tradire i suoi “fratelli rossi”, perché appartenenti ad altra tribù, che si contrappone a Daniel Day-Lewis ne L’ultimo dei Mohicani. Ma, se hai perso queste due perle del cinema d’avventura ad ambientazione western, perchè ormai piuttosto datate – oltre al mio convinto suggerimento a rimediare -, forse potresti aver visto il più recente The New World – Il nuovo mondo, con Colin Farrell e Q’Orianka Kilcher, nella parte di Pocahontas, dove Wes Studi riveste il ruolo di capotribù. Se però hai perduto anche questo piccolo capolavoro, basato su una storia di Amerindi realmente accaduta, è estremamente difficile che ti sia sfuggito anche il campione di incassi assoluto della storia del cinema: Avatar. Wes Studi, nativo americano di origini Cherokee, si è costruito una carriera in ruoli decisamente duri e spietati, giungendo solo negli ultimi anni, grazie probabilmente al guadagno di una maggiore considerazione tra i registi di cinema, ad interpretare personaggi meno cruenti e dalla spiccata saggezza indiana. Ne è un esempio lampante il recentissimo Hell on Wheels, serial televisivo di spessore, ambientato nel selvaggio west ai tempi dell’industria ferroviaria, dove Studi veste i panni di Many Horses, capo della tribù Comanche. Memorabile una scena della prima stagione, quando invitato a tenere un incontro di pace con un senatore americano e il responsabile delle ferrovie, Many Horses, all’offerta del senatore, che lo esorta a ricevere, “qualcosa di molto meglio di quanto abbia mai posseduto”, in cambio della chiusura dentro le riserve di tutti i Comanche, risponde: «Ma a me non serve nulla. Io sono contento di quello che ho.»
Nell’episodio in questione, l’attore di origini Cherokee compare solo per una manciata di minuti; sufficienti per lasciare un segno profondo. L’obiettivo però, ancora una volta, si discosta dalla sua interpretazione per esaltare quella del figlio, il giovane Comanche che ha avuto una significativa visione: lui, a cavallo, riuscirà a superare la locomotiva in corsa, dimostrando quanto sia folle l’uomo bianco nelle sue invenzioni. Dopo una gara intensa e giocata sul filo di lana, inesorabilmente, il giovane Comanche perde. Diventa così l’emblema della sconfitta del nativo americano, superato da un gelido progresso e dall’invasore privo di scrupoli.
“Se voi uomini bianchi non foste mai arrivati, questo paese sarebbe ancora com’era un tempo.” – Capo Leon Shenandoah, Onondaga.
Autore testi: Keypaxx © Copyright per questo testo dal 2015. Tutti i diritti riservati.
Immagini dal web © Copyright aventi diritto: “Материалы за 24.01.2015” tolko-film.com.