
Uno dei generi più popolari, antichi e seguiti della letteratura di tutti i tempi è il filone narrativo che si lega alla fantascienza.
E come potrebbe, la stessa, non coinvolgere il vostro alieno scrivente? Pensate che, da quanto ho scoperto nelle mie ricerche su wikipedia, il primo romanzo fantascientifico, ritenuto tale, risale al 1886.
Ed i primi scrittori, divenuti classici immortali oggi, erano britannici e francesi con principali rappresentanti H. G. Wells e Jules Verne. Entrambi diedero origine a clichè sfruttati persino nei nostri anni.
Wells creò protagonisti anonimi e spesso impotenti di fronte alle forze del fato e della natura.
Ma ci furono anche scrittori britannici con visioni più ottimistiche del futuro, e la fusione con la letteratura americana diede naturalmente il via ad ulteriori sottogeneri.
In Italia, la nascita del genere, risale agli anni cinquanta; in riviste del settore dove troviamo per la prima volta alieni dalla carnagione verde, astronavi, eroine dalle generose scollature.
L’editore, che sopravvive dal lontano 1952 e rimasto in terra italica unico vero portabandiera del filone, è Urania; con pubblicazioni settimanali sfiora alla fine degli anni settanta persino le 100.000 copie di tiratura.
Grazie a questa collana, si conoscono autori come Isaac Asimov, Ballard, Dick. Tradotti per la prima volta.
Titoli della fantascienza famosissimi da decenni, al pari dei loro autori, restano “Il mondo perduto”, “Viaggio al centro della Terra”, “La guerra dei mondi”, solo per citare i primi.
Trovo però affascinante il pensiero espresso da C. S. Lewis, scrittore e filologo di origine irlandese (autore tra le altre cose de “Le cronache di Narnia”): «fintanto che l’umanità resterà imperfetta e peccaminosa, la nostra esplorazione di altri pianeti farà più danni che bene.»
Chissà, forse è uno dei motivi per cui invece di navigare tra le stelle come auspicavano gli autori passati, siamo ancora relegati sulla Terra.

Autore: Keypaxx © Copyright 2008. Tutti i diritti riservati.
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