Passando per la Grecia

Su una guida turistica on line è definita come una terra entusiasmante che ama offrire tutta se stessa ai visitatori. Di sicuro, oltre ad Atene e Creta, Rodi e Corfu, la Grecia ha dalla sua un’infinità di percorsi bagnati da un mare incantevole e da un sole splendido. Io ci sono stato grazie a Federica, per gli amici Fede, che già nel 2007, quando iniziai a scriverla, raccontava, da imprevedibile epigono di Nostradamus, di una gigantesca recessione – con la R rigorosamente maiuscola – nei pressi di Volo, alle pendici del Monte Pelio, nella periferica di Magnesia. Volo ha anche dato i natali ad artisti del calibro di Giorgio de Chirico; tra i miei preferiti ai tempi scolastici di storia dell’arte. Una delle sue attrazioni è la Cattedrale di San Nicola, creata sulle fondamenta di una chiesa più antica, progettata da un altro de Chirico, Evaristo. Fede mescola religione e mistero, thriller e misticismo. Non rammento il motivo preciso per cui scelsi la Grecia come ambientazione alle diciassette parti del racconto, sentivo però una particolare affinità con Federica Carrasco e il mondo che sarei andato a rappresentare attorno a lei. La culla della civiltà occidentale, come è definita la Grecia antica su cui la Grecia moderna affonda le sue radici, rappresenta un patrimonio storico importante. Ma è sicuramente il suo profilo geografico, più appariscente, a conquistare i turisti di tutto il mondo. Sempre in Tessaglia, per esempio, dove sorge la Volo di Federica, troviamo il Monte Olimpo: la più alta montagna delle isole greche. Nella mitologia, la sua sommità è considerata la casa degli déi olimpi e si riteneva impossibile raggiungerla, senza il permesso degli déi stessi. Trovi il serial Fede QUI.

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Viaggio al Saguaro National Park

Al pari di Emilio Salgari, quando scrivo è molto raro che io possa narrare di luoghi in cui sono stato realmente. Non mi è possibile per una serie di motivi legati a diversi fattori. Ovviamente, questo non significa voler accostare la mia penna a quella del brillante scrittore veronese, ma semplicemente affermare che, almeno nelle intenzioni, miro a documentarmi sui luoghi descritti nelle mie storie con l’intenzione di offrire, a chi legge, una ricostruzione fedele dell’ambiente. Sia in termini geografici e sia, quando la narrazione lo richiede, in termini storici. Spesso, quando effettuo le mie ricerche in rete – a differenza di quelle sulla carta stampata che, come tale, è un documento statico e fissato dall’inchiostro – mi imbatto in voci di genere turistico, con panorami mozzafiato che i più fortunati possono includere nel loro prossimo itinerario di viaggio.
Tra i tanti luoghi che ho virtualmente visitato, c’è il Parco nazionale dei Saguaro. Si trova in Sud Arizona, vicino alla città di Tucson. Fa parte del Deserto di Sonora e prende il nome da un gigantesco cactus, nativo della regione: il Saguaro. Nel marzo del 1933 l’area, che misura complessivamente 370 Km quadrati, è stata designata come monumento nazionale. Caratterizzata da un clima arido, con temperature estreme invernali che vanno dai 5 gradi fino ai 46 gradi estivi, la regione offre ospitalità ad animali come le lucertole cornute, il ratto canguro, l’orso nero e il cervo dalla coda bianca. Nelle vicinanze del parco si trovano gli Old Tucson Studio; set cinematografico in cui sono state girate oltre 300 pellicole.
Il Parco nazionale dei Saguaro si è guadagnato numerose recensioni positive. C’è chi lo definisce “selvaggiamente bello”, “un posto del cuore con pace e silenzio innaturale”, “un luogo incantato”. Le immagini che posto di seguito penso parlino da sole.

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