Cosa centra il romanzo di Milan Kundera con il mio presente post? sostanzialmente nulla. Però mi son detto; “se Antonello Venditti ne ha fatto una canzone (con tutto il rispetto per il cantautore romano che ascolto sempre volentieri)… perchè non posso citare anch’io l’opera?”
Che poi, parliamoci chiaro, in spietata sintesi, il romanzo del ceco Kundera, analizza quanto le decisioni prese nel corso della esistenza siano di poca importanza e “leggere”, trascurabili, prive di significato se paragonate alla vita stessa. Nell’ottica delle leggerezze perciò, cosa potrebbe esserci di più incorporeo di una giornata di ferie?
Eh si, alla fine, il machiavellico gioco di parole che ha scomodato persino una celebre opera, solo lì va a parare, per rendere la questione più.. interessante; come ho trascorso le mie vacanze.

Non soltanto sulla amaca, in definitiva. Ma anche con qualche “giretto” fuori porta. Amo il lago. Avendo quello di Garda quasi a portata di braccio, me ne sono fatto una bella scorpacciata.

In quel di ferragosto, con la sveglia all’alba per evitare la punta maggiore del traffico, la mia fedele digitale al seguito ed acqua fresca a volontà (giorno particolarmente caloroso il 15…), mi sono avventurato in una lunghissima camminata lagunare fiancheggiando le onde. E’ meraviglioso essere investiti dalla generosa brezza di Sirmione.

E mi mancava da molto. Questa volta però ne ho portato con me un bel pezzo, imprigionato tra gli scatti. Per quanto sia possibile trattenere l’acqua nel pugno..

(“…l’acqua che stringi nel pugno non la puoi fermare, si libererà…” Visioni [Juri Camisasca]).
