Avere un fratello più piccolo, anche se solo di tre anni, testardo e ribelle, non è esattamente la cosa migliore, per una sorella in difficoltà: Lila lo stava imparando a proprie spese.
«La prossima volta che rinasco, chiedo a mamma di prendermi un pony: meglio un quadrupede di un tredicenne profittatore» mormorò la giovane dai capelli ramati, osservando il panorama dalla cima del Gargano. Monte Sant’Angelo toglieva il fiato.
Dalla bocca di Lila usciva però sotto forma di nuvolette.
Quando la finirò di battere i denti? Si chiese e rimproverò se stessa per averne parlato con il fratello. Arturo voleva interpretare il ruolo di Alban Arthuan, la luce di Artù, indicata dai druidi. Benché ritenuta minore nella Wicca*, Lila ci teneva a celebrare la festa di Yule nel solstizio d’inverno: come da tradizione, aveva bruciato un pupazzetto rosso; il Saturnalicus Princeps raffigurato dalla carta matta dei tarocchi. Sperava così di eliminare la follia e il disordine nella sua vita.
In una sacca di juta caricata sulle spalle, la giovane aveva raccolto rosmarino e zenzero, salvia e altre erbe, insieme a cristalli di quarzo, candele, noci e frutta. Il tempo trascorreva lento e irritante, senza che Arturo arrivasse.
Sarà alle prese con i ritardi cronici della linea ferroviaria, si disse Lila, spazientita.
Il sole stava morendo a ovest e disegnava una linea rossastra calante, sfumata nel giallo ocra e mescolata al turchese dell’orizzonte. La giovane decise di non poter attendere oltre. Prelevò le candele dalla sacca e le mise a terra, accendendole, dispose le erbe con cura attorno ad esse, masticò la frutta e mormorò le frasi apprese dalle fattucchiere.
«Visita interiora terrae rectificando invenies ocuitum lapidem**» disse, inginocchiata sulla roccia fredda. Quindi tracciò delle linee geometriche, spruzzò del sale, versò olio e bisbigliò un’altra serie di frasi esoteriche, omaggiando Ceridwen, la leggendaria strega regina dell’inverno. Il lieve pizzicore che le prendeva il corpo era però ambiguo: si trattava dei fluidi occulti ridestati dal rito oppure dalle correnti gelide che scendevano dal Gargano e sferzavano Monte Sant’Angelo?
Improvviso, nell’aria si sollevò il nitrire di un cavallo.
Lila scrutò tra i nudi speroni rocciosi, verso il centro abitato poco lontano. Nulla. Ognuno doveva essere rintanato nella propria casa, per proteggersi dal freddo opprimente. La giovane abbassò il capo e ripeté le frasi del rito. Il cavallo tornò a farsi sentire e si mostrò: balzò fuori da una vicina stalla in disuso e galoppò verso di lei. Sulla groppa portava un cavaliere in armatura, con tanto di elmo abbassato, scudo al fianco e giavellotto al braccio destro. Lila impallidì incredula, incapace di muovere un solo muscolo: il sortilegio aveva funzionato. Contro qualsiasi nefasta previsione, l’aspirante strega era riuscita a evocare lo spirito di re Artù. Gioia e costernazione le riempivano l’animo. Se soltanto avesse atteso, forse il fratello sarebbe stato testimone del suo trionfo.
«Non vedo. Sono orbo. Il mio regno per una direzione!» I pensieri si bloccarono con la caduta del cavaliere dal cavallo bianco. L’ometto, goffamente, rotolò su un cespuglio perdendo la presa sulle redini e smarrendo l’elmo da sopra la testa.
«Arturo?» disse Lila, riconoscendolo immediatamente.
Lui la guardò triste, mentre si massaggiava il fondoschiena dolorante.
«Come ti sei combinato? Da dove salti fuori?» chiese lei.
«È… il mio regalo di Natale. Volevo farti una sorpresa, nel caso il sortilegio avesse avuto il solito esito» rispose Arturo.
Lila comprese, in un attimo le fu tutto chiaro. Il fratello aveva rotto il salvadanaio per aiutarla nel tornare a casa e toglierla dai guai. E le aveva ricordato la prima vera grande magia a disposizione di ogni uomo: l’amore.
Ricacciò indietro le lacrime e lo abbracciò forte.
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*Religione della natura
**Visita l’interno della terra, purifica il tuo essere e troverai la pietra nascosta.
Autore testi: Keypaxx © Copyright per questo testo dal 2017. Tutti i diritti riservati.
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Nella ideale parte di Lila ho scelto dal 2017 Chloë Grace Moretz.