«Lasciati abbracciare sorellona! Sei sempre più bella!»
«E tu sempre più ruffiana: non sei cambiata di una virgola, Giorgia.» Sorrido alla mia sorellina minore appena rientrata da Londra, dove studia.
Mi somiglia parecchio, tranne per la spruzzata di lentiggini tra naso e guance. Ci dividono cinque anni di età e negli ultimi due l’ho vista con il contagocce. Le sorelle Mucciardi sono comunque molto unite. Abbiamo intrapreso strade agli antipodi: io il mestiere più vecchio del mondo, lei studia inglese presso un istituto cattolico. Viste dall’esterno, è Cora, l’altra me, a percorrere i sentieri tortuosi del peccato e di tutti gli altri vizi capitali. In pochi conoscono davvero la mia esplosiva sorellina. E quei pochi hanno ancora mal di denti.
«Ti fermi molto?» le chiedo, sapendo quanto abbia l’argento vivo addosso. «Sei già passata a salutare papà e mamma?»
«Scherzi? Casa nostra è talmente vuota da mettere angoscia.»
«Forse. Però anche se te la cavi abbastanza bene, sono loro a darti il resto per continuare a studiare. Stare a Londra costa.»
Lei volge lo sguardo sporgendo il labbro inferiore. Lo fa sempre quando cerca di svicolare arrampicandosi sopra gli specchi. Stavolta no. Giorgia ha deciso di cominciare a stupirmi.
«Va bene, non hai torto. Stamattina ci sono stata per il cambio stagionale di scarpe e vestiti. Stasera potrei tornarci a dormire, invece di andare da Lorella: tanto dobbiamo prendere l’aereo domani pomeriggio… tu come fai a sapere che Londra è cara?»
«Otto anni fa lo era. Non credo sia molto migliorata, nel frattempo.» Le rispondo abbassando gli occhi, travolta dai ricordi del mio lungo viaggio all’estero.
«Giusto. Me ne ero scordata. Anche perché non hai mai voluto parlarmi del tuo giro intorno all’Europa.» Sottolinea lei, rimarcando uno dei periodi più controversi della mia esistenza. Adesso tocca a me sgusciare via da un discorso sgradito.
«Accetti il suggerimento di andare a trovare i nostri genitori, dimentichi il mio viaggio dopo la maturità… ti sarai mica innamorata, sorellina?»
«Chi, io? Ah! I ragazzi mi stanno alla larga. Li stendo già a partire dal pranzo di mezzogiorno. A sera non arriva nessuno.»
Purtroppo, il ragazzo seduto al tavolino del bar a poca distanza, che ha adocchiato Giorgia, si è perso l’ultima parte del nostro discorso. Altrimenti rimarrebbe a scambiare opinioni con il compagno seduto di fronte. È caruccio, con il suo ciuffo sulle ventitrè e il giubbino borchiato. Ha scelto la tipa sbagliata, decidendo di puntare mia sorella.
«Ehi, mi chiedevo se ti andava di fare quattro salti stasera. C’è un nuovo locale giusto in fondo al quartiere. Vicino a me non sfigureresti di sicuro. Sei graziosa.» Afferma ciuffetto assurdo, con aria spavalda. Giorgia ha un ghigno demoniaco.
«Vacci con il tuo amichetto. Se ti chiedi perché, è per la tua stessa incolumità: l’ultimo che ci ha provato con me ha perso un testicolo. Scelgo io i miei galletti e tu sei solo un pollo.»
«Ma… che razza di risposte: chi ti credi di essere?» obietta lui, scosso fino alla punta degli anfibi.
Giorgia guarda me. Io guardo lei. Ci alziamo entrambe in piedi.
«Siamo le Mucciardi e voliamo sopra le scope!» berciamo in coro. Lui, inebetito, sgrana gli occhi. Noi raggiungiamo la cassa e ridendo divertite ritroviamo il nostro spirito di sorelle.
Cora nasce sette anni prima di questa storia
Al ritorno da un viaggio all’estero.
Scopri le sue origini, il ruolo della sorella Giorgia.
Il primo amore maledetto della sua vita.
Il primo amore che l’ha salvata.
Continua a seguirla nel nuovo romanzo: L’amore ferisce
Una ragazza in fuga.
Una sottile vendetta.
Un cuore graffiato.
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Autore testi: Keypaxx © Copyright per questo testo dal 2017. Tutti i diritti riservati.
Immagini dal web © Copyright aventi diritto: “Jennifer Love Hewitt” archivio web
Nella ideale parte di Cora ho scelto dal 2011 Jennifer Love Hewitt.