Credete forse che un clown sia estraneo alla sconfitta?
Che riesca sempre ad affrontare ogni situazione della vita, con il sorriso dipinto sopra un volto sbiancato dal trucco?
Credete allora che un medico non possa mai ammalarsi, che un poliziotto non possa mai essere rapinato, che un falegname possa ritagliare legno quando la sua bottega è vuota?
Credete alle illusioni? Forse esiste un abile illusionista che vi ha messo davanti agli occhi una realtà differente dalla mia.
Non ci sono ombrelli, per rallentare la discesa. Non ci sono ruote, sotto biciclette dal manubrio ricurvo e dalla sella ribassata. Non ci sono secchi d’acqua, che si rovesciano sopra il deserto del momento. Semplicemente è successo; sono caduto.
Rotolato, ruzzolato, rovinato, scivolato, franato, precipitato.
Chiamatela come meglio desiderate. Una caduta rimane una caduta, con qualsiasi fantasia vogliate descriverla. Avrei bisogno di una voce. Ma il telefono di plastica e senza filo tace, staccato. Avrei bisogno di uno stimolo. Ma ogni amico è troppo impegnato a cercare di non stramazzare, a sua volta, dalla rampa delle scale. Così resto lì. Solo.
Indifeso, disarmato, sguarnito, scoperto, abbandonato, inerme.
Lo sconosciuto si avvicina mentre mi riduco a un fagotto di stracci, nell’angolo della strada, in attesa di essere raccolto insieme all’altra spazzatura. Ma lo sconosciuto mi osserva con viso sereno e attento, con animo candido e risoluto. La sua manica sinistra pende vuota. Distolgo lo sguardo, per non offenderlo.
«Ciao, pagliaccio. Un anno fa hai fatto sorridere mio figlio. Lui era ricoverato dentro il reparto di malattie terminali. Quando se ne è… andato… era felice per averti visto. Lui ha sorriso».
Lo sconosciuto allunga la sua unica mano e, d’incanto, la mia caduta rovinosa sembra nulla. Un sasso lungo la strada. Una buccia di banana, parte dello spettacolo della vita.
Così mi rialzo e mi rivesto dei panni del mondo.
Autore testi: Keypaxx © Copyright per questo testo dal 2016. Tutti i diritti riservati.
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